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Fumetto digitale: sì, no, forse.

Buongiorno a tutti voi. Dopo un lunga attesa dovuta più che altro a una fastidiosa influenza che va e viene, eccoci qua a parlare di nuovo di fumetti. Di fumetti digitali, per la precisione.

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Ho sempre cercato di evitare di pormi la seguente domanda: fumetti digitali sì, no o forse? Sono sempre stato un po’ scettico, devo ammetterlo, sull’effettiva portata della rivoluzione digitale della letteratura e, fino a qualche tempo fa, la mia risposta sarebbe stata inequivocabilmente no. Tuttavia di recente la mia posizione a riguardo si è notevolmente alleggerita, soprattutto dopo aver saggiato le allettanti promesse con le quali i vari e-book reader cercano di vendersi (e ci riescono): si va dalla possibilità di accedere ad un vastissimo catalogo sempre disponibile, in ogni luogo, alle notevoli semplificazioni per chi desidera leggere opere in lingua originale fino a sottigliezze di cui molto probabilmente discuteremo in seguito. Non è che mi sia venduto al progresso tecnologico, beninteso, sono e rimango un fan del caro vecchio libro stampato. Tuttavia, c’è voluto un po’, riconosco i vantaggi che questo tipo di innovazioni ha portato. E allora la domanda a lungo evitata non si può più scansare, perché è immediato cercare di ottenere gli stessi vantaggi anche per il mondo del fumetto.

In questo e in alcuni articoli che seguiranno vorrei riflettere a voce alta, per così dire, sulle possibilità e sulle limitazioni dell’e-comic, senza necessariamente propendere a priori per i pro o i contro. Lo scopo di questa serie di articoli non sarà dunque dare una risposta definitiva ed univoca, ma più che altro affrontare la questione e provare a ragionarci su.

Per ora lascerei le questioni davvero delicate al futuro: non parleremo quindi del lato legale né dell’annoso problema della pirateria, che il mondo digitale si trascina dietro da sempre. Lasciamo queste digressioni al futuro. Questo articolo di antipasto si occuperà di un aspetto per certi versi più immediato e banale ma non per questo di minore importanza: l’hardware. Questo è, a mio avviso, il primo grosso scoglio da superare.

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Banalità: per fruire di un e-comic, come di un e-book, è necessario un supporto adatto. E non mi dite “mica serve un reader, ci sono già i computer” perché il computer NON è un supporto adatto. Per lo meno se volete arrivare a cinquant’anni con ancora qualche diottria, e soprattutto se volete leggere in luoghi che non siano il vostro salotto. Per i libri le soluzioni esistono già e tra Kindle e compagnia bella c’è solamente l’imbarazzo della scelta. Ma per i fumetti?

Per i fumetti la questione è più complessa. Innanzitutto sarebbe necessario uno schermo a colori e in alta definizione, a meno di non voler tornare alla quadricromia. Volendo rimanere nel campo dell’inchiostro elettronico, che rappresenta per quanto mi riguarda il futuro, per l’alta definizione siamo ancora molto lontani mentre per i colori sta muovendosi qualcosa ma non siamo ancora arrivati alla palette cromatica richiesta: si parla di 5000 colori… Questo significa che per ora ci si deve accontentare degli schermi normali che sono delle fucilate per gli occhi e consumano un mare di corrente elettrica.

C’è poi un problema legato all’impaginazione del quale i nostri colleghi e-book non risentono. Un romanzo o in generale un libro, per come lo intendiamo generalmente, non necessita di particolari attenzioni in fase di impaginazione e questo è il grande vantaggio degli e-book reader: possono essere piccoli. Non è importante avere una grande superficie di schermo, perché nel caso basta ingrandire il font utilizzato. Certo, in questo modo si perde la numerazione delle pagine, subito sostituita da una percentuale di avanzamento, ma poco importa. Inoltre per lo stesso motivo si possono tranquillamente avere supporti di diverse forme e dimensioni, alla peggio la divisione delle pagine cambierà ma, di nuovo, poco importa.

Chiaramente per il fumetto non è così: l’impaginazione originale, che in questo caso si traduce nella composizione della pagina, è indivisibile e non modificabile. Questo si traduce in un cliché incredibilmente vecchio, per quanto tutti dicano che non è vero. Almeno in questo caso, infatti, le dimensioni contano. Se vogliamo che il nostro e-comic reader sia in grado di mostrarci, in buone condizioni, la maggior parte dei formati attualmente esistenti avrà bisogno di uno schermo grande. Non sarà sufficiente un grande schermo.

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E anche ammettendo di avere un tablet, diciamo, formato A4 che ci permettesse un’ottima resa delle pagine singole… come la mettiamo con le pagine doppie? Siamo abituati ad utilizzare questo tipo di dispositivi in verticale come se fossero UNA pagina di un libro. Cosa facciamo dunque? Li mettiamo in orizzontale così da avere due facciate affiancate? Ma in questo caso, per mantenere la stessa qualità, avremmo bisogno di uno schermo grande il doppio. E addio alla portabilità. Oppure, con un accelerometro, giriamo il dispositivo solo quando c’è una splash page in un continuo quanto anti estetico orizzontale-verticale?

Personalmente credo che l’unico modo ragionevole ed “elegante” per risolvere il problema sia l’accettazione del fatto che fumetti digitali e “tradizionali” sono due cose differenti, e come tali dovranno essere architettati in modi differenti. I primi saranno composti solamente da facciate singole e possibilmente verranno pensati per essere apprezzati anche su schermi di medie dimensioni (e quindi medi costi) mentre i secondi rimarranno come li conosciamo, con i loro grandi formati e le loro bellissime splash page.

Allora un’ulteriore domanda sorge spontanea: ma alzando un muro invalicabile (a meno di brutti compromessi) tra i due mondi non si mina alla base gran parte delle potenzialità del digitale? Per carità. Non è che possiamo tagliare alberi all’infinito per stamparci sopra Naruto e The Walking Dead, quindi la direzione da seguire in termini di sostenibilità ambientale credo sia ovvia, ma togliere tutto il catalogo esistente per quanto mi riguarda riduce notevolmente l’appeal di questa imminente rivoluzione la cui promessa più grande è la creazione di una biblioteca storica inesauribile nella quale tutto è sempre disponibile.

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Con questo per oggi è tutto, spero di non avervi annoiato. Se volete dire la vostra lo spazio per i commenti sapete dov’è (qui sotto). Noi ci rivediamo tra un po’. Quando torneremo sull’argomento parleremo probabilmente di collezionismo. Collezionismo ai tempi del digitale. Alla prossima!

7 thoughts on “Fumetto digitale: sì, no, forse.

  1. Ciao! Seguo il tuo blog da un pochino di tempo, ma mi permetto di fare un commentino solo adesso!
    Anche a me piacciono i fumetti di carta (soprattutto quelli da edicola, proprio easy da leggere e buttare in borsa) e anche io fino a qualche tempo fa ero un po’ scettica sul digitale… girando un po’ per farmi un’idea, sia come lettrice che disegnatrice, ho apprezzato fin da subito la grandissima disponibilità di materiale. Posso leggere fondamentalmente qualsiasi cosa, che qui in Italia magari viene snobbato, censurato o stampato solo in versioni costosissime, autori indipendenti e/o sconosciuti al grande pubblico. Gli unici problemi che fin’ora ho incontrato sono: la lettura da cellulare o tablet, che fondamentalmente provo solo due soluzioni che mi piacciono (1 pagina alla volta, che soprrimerebbe la doppia splash ma non si mangia via il ‘voltapagina’, oppure scendendo “a nastro”, soluzione che ho trovato molto bella ma comoda per episodi brevi); l’altro problema è il supporto. E’ vero che si potrebbero risparmiare molti alberi, ma oggigiorno i nostri dispositivi come cellulari e tablet hanno componenti molto rari che si trovano in zone molto povere del mondo. La carta possiamo riciclarla, ma se riuscissimo a trovare dei materiali artificiali che non gravino su queste risorse minerarie penso sarebbe meglio.
    Ciao! 🙂

    • Innanzitutto grazie mille del commento!
      Sulla questione reperibilità avremo di certo modo di tornare, forse più volte…
      Per quanto riguarda l’impatto ambientale delle nuove tecnologie… Effettivamente pensandoci non ho granché idea di quanto possa esser difficile recuperare i materiali per costruirle; tuttavia credo che ormai il mondo sia così tanto avviato in quella direzione che da non poter fare marcia indietro, al di là che sia bene o male…

  2. Pingback: Guerra digitale, si può? | dailybaloon

  3. Pingback: [L’Aedo Sproloquia] Fumetti digitali (e divagazioni) | I Cantastorie

    • Ciao! Ho visto e ti ringrazio molto della citazione. Volevo lasciare un commento ma ho avuto una settimana difficile e alla fine ho rimandato. Lo farò quanto prima (curandomi anche di condividere il tuo articolo che, by the way, ho trovato molto interessante).

  4. Pingback: Fumetti digitali e divagazioni - Paper Rhapsody

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